venerdì 12 luglio 2013

La Prima, la Seconda Realtà e l'Ombra

di Cristina Senatore

Qualche giorno fa camminavo con mia figlia giulia (di due anni e mezzo) all'ombra di un muro.. mentre camminava si è guardata intorno e mi ha chiesto: "mamma dove è finita la mia ombra?"

Se lo è chiesto come se sparendo l'ombra si sentisse un po' sparita anche lei, un po' meno consistente. E invece il suo corpo era della consistenza di sempre e la sua ombra non ha smesso di esistere nemmeno un attimo, si era solo disciolta nell'ombra più grande del muro... Ombra nell'ombra senza possibilità di distinzione fintanto che erano unite in una.

Dora Maar Assia, 1934 Gelatin Silver Proof 26,4 × 19,5 centimetri 
© Meguerditchian Georges - Centre Pompidou, MNAM-CCI © ADAGP, Paris 2012.

L'ombra è la seconda realtà, esiste una prima realtà (che se esiste, e nel momento stesso in cui esiste, genera ombra) di cui essa - l'ombra - fornisce una immagine deformata. La prima e la seconda realtà sono gemelle diverse, figlie di una stessa madre, legate dalla stessa sorte (alla nascita dell'una nasce l'altra, alla morte dell'una muore l'altra) ma che vivono due vite diverse, raccontano, incarnandole, due storie diverse. 

[L'Equilibrio è dato dalla tensione (bipolare, dicotomica) che si genera fra due realtà riflesse ma diverse (uguali ma non identiche), ognuna con una propria autonomia di senso eppure ognuna dipendente dall'altra, in modo tale che se una delle due viene meno, viene meno l'altra e resta solo lo specchio che senza svolgere la sua funzione smette di essere uno specchio e finisce per non esistere. - http://ilbaulevolante.blogspot.it/2013/06/la-realta-specchiata-e-la-realta.html]






In Antropologia...
L’ombra è connessa con molteplici credenze, basate probabilmente sull’idea dell’indissociabilità di una qualsiasi realtà da una sua estensione. Sono spesso ritenute prive di ombre tutte le realtà appartenenti al mondo degli inferi che non partecipano della vicenda solare (gli dei della morte, i demoni, i morti stessi); in alcune religioni l’assenza della propria ombra è il segno dell’esistere in un eterno meridiano (tra alcuni popoli dell’Africa occidentale equatoriale non si esce a mezzogiorno per timore di non aver ombra) proprio perché ciò indica l’acquisizione di un’esistenza non soggetta alla vicenda del mondo.



Il teatro d’ombra nasce più di 2000 anni fa in Cina o Indonesia (non si conosce la vera origine geografica) e affonda le origini in tradizioni ancora più antiche legate probabilmente alle pratiche magiche operate dagli stregoni con l'intento di preservare ed aumentare la propria posizione di prestigio presso la comunità. Figurine ritagliate in diversi materiali venivano illuminate e mosse dietro un telo bianco, il pubblico dall’altra parte non ne vedeva che il profilo, per molti secoli queste rappresentazioni furono riservate ad usi religiosi, nelle grandi feste sacre dei calendari religiosi, per evocare i morti o scacciare gli spiriti. Il loro grande successo di pubblico permise il passaggio verso le rappresentazioni ad uso ludico, e la loro diffusione in altre aree geografiche, quali Mongolia, Turchia, Persia, Egitto, etc. Verso la metà del 1700, grazie ad alcuni missionari che tornavano dalla Cina, quest’arte arrivò in Europa.

Focomposizione e grafica di Cristina Senatore 
con Foto di Daniel Masclet e Disegno della Cupola di San Pietro, attribuito a Michelangelo